[Recensione] Final Fantasy X X-2 HD Remaster

By cassani-7

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    Recensione: Final Fantasy X X-2 HD Remaster





    Il tempo divora ogni cosa, diceva un antico proverbio latino. Eppure la storia ci insegna che ci sono cose che vengono divorate dal tempo in maniera quasi impercettibile, tanto da diventare opere immortali. Nei videogiochi, purtroppo, questo non accade quasi mai: sono prodotti così legati alla tecnologia del tempo che, con il progresso, tendono a diventare obsoleti piuttosto in fretta. Un’opera lirica di duecento anni fa può essere incredibilmente moderna e attuale; un videogioco di quarant’anni fa è un concentrato di polvere e ricordi.
    Ben vengano, dunque, le operazioni che cercano di restaurare un grande classico del passato, mantenendone inalterato il gameplay e concentrandosi sulla parte che - solitamente - invecchia peggio: l’aspetto tecnico. Square Enix ha esattamente fatto questo con Final Fantasy X/X-2 HD Remaster, proponendoci una versione ripulita di uno dei più indimenticabili RPG della sesta generazione.

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    Un po’ di storia
    Final Fantasy X è, per molti versi, l’ultimo Final Fantasy con una struttura che potremmo definire "classica". Saltando l’undicesimo capitolo che spingeva la serie oltre i confini degli MMO, dal dodicesimo episodio in poi la serie ha revisionato molte delle sue caratteristiche originarie nel tentativo di intercettare un gameplay più moderno. In parte ci riuscirono, ma è ormai diffusa tra critica e pubblico l’opinione che il decimo capitolo rappresenta l’ultimo titolo universalmente amato, prima dello scisma generato dagli episodi successivi che portò al provvisorio abbandono del producer Yoshinori Kitase e alla successiva uscita di scena di Hironobu Sakaguchi, che lasciò il posto di produttore esecutivo per fondare una nuova società e creare il sottovalutato ma incredibile Lost Odyssey - probabilmente il gioco della scorsa generazione più vicino a un Final Fantasy classico mai creato.
    Quello che abbiamo fra le mani in questo remake, dunque, è un colosso dei videogiochi. Un gioco ancora oggi amatissimo, il cui remake in alta definizione è stato uno dei più richiesti dai fan, secondo solo al mai realizzato remake di Final Fantasy VII. Il pacchetto, tuttavia, non si limita al decimo episodio, in quanto lascia spazio anche a X-2. Questo spin-off, a differenza del capitolo originario, è spesso ricordato come lo “Star Wars Christmas Special” dei Final Fantasy: un concentrato di situazioni che non sembravano sposarsi molto bene con il clima della storia, oltre a un certo abuso dei minigiochi e - soprattutto - a un’ingiustificata e ingiustificabile assenza di Nobuo Uematsu tra gli autori delle musiche: si è passati dall’hard rock della Jecht Battle a Yuna che canta Celine Dion. Beh, più o meno.

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    Il valore del pacchetto, in ogni caso, è innegabile: parliamo di due giochi a un prezzo di 40 euro, con in aggiunta una manciata di contenuti inediti in Occidente, tra cui la Last Mission per X-2, il cortometraggio Eternal Calm, la sferografia avanzata, un boss opzionale e il Creature Creator, un sistrema che consente di catturare i mostri e di combatterli un’arena. Non vi è nulla di realmente nuovo (tutti questi contenuti sono stati rilasciati nel corso degli anni in Giappone), ma per i fan questo remake è l’opera omnia di Final Fantasy X e X-2. Ottima, infine, l’idea di consentire il cross save tra PS3 e PS Vita, peccato per l’assenza delle funzionalità crossbuy che avrebbero elevato in maniera esponenziale il valore del pacchetto.

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    Il valore della conversione
    Non spenderemo parole sulla qualità dei giochi inclusi, non è nostra intenzione recensire un classico del passato. Come sempre avviene con questo genere di remake, ci limiteremo a capire se il gioco è invecchiato bene e quale sia il reale valore di questo restauro.
    Partiamo dal primo punto: Final Fantasy X, dal lato del gameplay, è invecchiato splendidamente. Non riusciamo davvero a capire quali siano state le ragioni che hanno portato Square Enix a stravolgere molti degli aspetti fondanti di questa saga negli ultimi due capitoli offline: il vecchio sistema non è certo privo di difetti (grinding, esplorazione forzata e lineare, eccetera) ma, anche nel 2014, funziona e non mostra segni esagerati di invecchiamento. Certo, ci troviamo a che fare con una formula trita e ritrita, ma è anche quella formula che ha reso Final Fantasy la serie che tutti abbiamo amato.
    L’intervento degli sviluppatori, dunque, è stato mirato a curare l’invecchiamento tecnico, ciò che affligge qualsiasi prodotto videoludico. Nello specifico, sono stati ricreati i modelli dei personaggi principali e, nel complesso, è stata migliorata la grafica degli ambienti. Si nota una fastidiosissima discrepanza tra i personaggi e gli NPC minori, che sono rimasti dotati di modelli semplici e animati in maniera legnosa. Un po’ deludente la sincronia fonolabiale dei personaggi, che spesso parlano fuori tempo o si muovono in maniera poco realistica: non è nulla di compromettente, ma certamente stona con i nuovi modelli dettagliati.

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    L’intero comparto grafico ha subito un upscaling a 1080p, e gli sviluppatori hanno lavorato in maniera certosina per ottimizzare il tutto. Il gioco, in altre parole, gira stabile, senza problemi tecnici di sorta, con un aliasing più che tollerabile. Il risultato complessivo è davvero apprezzabile: non ci troviamo di fronte alla migliore conversione in HD, ma certamente si tratta di un lavoro che merita un plauso.
    Anche le splendide musiche sono state remixate, e in generale si ha la sensazione che sia stata migliorata l’equalizzazione del suono. Il doppiaggio, purtroppo, è disponibile solo in inglese e manca la possibilità di sentire l'originale in giapponese. Ma si tratta di un lavoro di buona qualità, accompagnato da ottimi sottitotioli in italiano (sostituiti con font più leggibili e perfetti per l’alta definizione).
    Purtroppo gli sviluppatori sembrano aver voluto risparmiare sulle cut scene in CGI. Non ci sorprende che Square Enix, in fase di recensione, ci abbia impedito di acquisire video tratti dalle sequenze animate: la conversione in questi frangenti si riduce a un mero ingrandimento della versione SD, mutilato delle parti più alte e più basse del video per adattarsi al formato 16:9. Il risultato finale non è certo un’offesa al senso della vista, ma si ha la netta sensazione che si sarebbe potuto fare di meglio.

    FONTE: spaziogames.it
     
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